Il grande fiore cosmico – HDR M 42 con Newton 200/1000

Ricordo ancora le fredde notti invernali in cui da ragazzino scrutavo il cielo con un semplice cannocchiale che mi regalò mio padre e rivolgevo lo sguardo verso Orione e le sue tre stelle della cintura che sorgevano a sud spostandosi sopra il grande pino silvestre davanti la nostra casa su una collina dell’Umbria. Sotto di loro una strisciolina luminosa, la spada di Orione, al cui centro brilla la sua grande nebulosa che continuavo ad ammirare nel mio atlante di Astronomia con i suoi magnifici colori che mi sforzavo di vedere col mio cannocchiale, cosa ovviamente impossibile. La osservai innumerevoli volte con il mio primo piccolo telescopio, ma ovviamente ancora niente colori, semplicemente il nostro occhio non ce la fa a vederli… Così iniziai a fotografarla, i primi orrendi tentativi con la pellicola, ma almeno si vedeva bianca e rossa finalmente! E continuo ad osservarla e a fotografarla, è sempre troppo bello quel fiore cosmico nel cui centro nascono stelle e potenti venti stellari soffiano via gas e polveri dalle regioni centrali in un turbinio di veli che si estende per migliaia di miliardi di chilometri e la cui luce impiega 1500 anni per arrivare fino a noi. Finalmente il sogno di un ragazzino si realizza: vedere quei colori e fotografarli come li vedevo nel mio atlante di Astronomia, forse anche meglio visti i miglioramenti tecnologici nel campo dell’astrofotografia. La luce e i colori che osservo e fotografo ogni inverno sono partiti da quelle remote regioni cosmiche nel 500 d.C., nell’Alto Medioevo, quando l’Impero Romano era ridotto a poco più che l’attuale estensione dell’Italia e divenuto il regno dei Merovingi. Resterà sempre lì quel fiore cosmico, a illuminare le notti invernali e far sognare chissà quanti ragazzi e ragazze che negli astri sentono un richiamo, fino alla fine del nostro tempo…
M42
SW Nw 200/1000 su EQ6
HDR 1 h da 100 a 3200 ISO con Nikon D3300+L-Pro e Canon 1100d modificata + L-Enhance
DSS + Photoshop CC

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